Nel mirino progetti eolici in Spagna, Grecia, Francia, Romania e Bulgaria e gara fotovoltaica rumena. La vice-presidente della Commissione Vestager: “Serve un approccio sistematico”

Rinnovabili cinesi, le indagini anti-sussidi della Commissione

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Da tempo nell’aria, sono arrivate all’inizio di aprile le prime indagini dell’Antitrust Ue sui produttori cinesi di impianti per le energie rinnovabili, a pochi mesi da quelle analoghe avviate lo scorso ottobre da Bruxelles nei confronti dei costruttori di auto elettriche del Paese asiatico.

Il 3 aprile, la Commissione europea ha lanciato due indagini approfondite sul “ruolo potenzialmente distorsivo del mercato” delle sovvenzioni estere concesse agli offerenti di una gara in Romania, per il 70% finanziata con il Fondo Ue per la Modernizzazione, per la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 110 MW.

Il regolamento 2022/2560 sulle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno, entrato in vigore il 12 luglio 2023, impone alle imprese che partecipano a una gara pubblica dal valore superiore ai 250 milioni di euro di notificare alla Commissione eventuali contributi ricevuti da Paesi extra-Ue per almeno 4 mln € nei tre anni precedenti alla procedura. Tali notifiche sono state trasmesse a Bruxelles il 4 marzo da due consorzi: il primo costituito dal gruppo ingegneristico con sede in Romania Enevo e dalla filiale tedesca di Longi Green Energy Technology, produttore di wafer, celle e moduli FV quotato alla Borsa di Hong Kong; il secondo composto dalle filiali nel Regno Unito e a Hong Kong di Shanghai Electric Group, fornitore di servizi energetici di proprietà dello Stato cinese.

L’esame preliminare delle notifiche ha indotto l’esecutivo comunitario ad avviare le indagini approfondite sui due consorzi, in quanto “vi sono indicazioni sufficienti del fatto che a entrambi sono state concesse sovvenzioni estere distorsive del mercato interno”.

Le due indagini “mirano a preservare la sicurezza economica e la competitività dell’Europa”, ha dichiarato il commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton.

La vice-presidente della Commissione responsabile della Concorrenza, Margrethe Vestager, ha invece annunciato il 9 aprile un’indagine sui fornitori cinesi di turbine eoliche ad alcuni parchi in Spagna, Grecia, Francia, Romania e Bulgaria.

Vestager non ha fornito per il momento ulteriori dettagli, ma il ceo dell’associazione eolica europea WindEurope, Giles Dickson, ha spiegato che “le turbine eoliche cinesi sono offerte in Europa a un prezzo fino al 50% inferiore a quello delle turbine fabbricate in Europa” e con “termini finanziari incredibilmente generosi: pagamenti differiti fino a tre anni”. Tali condizioni, ha sostenuto Dickson, “sono impossibili da praticare senza sussidi pubblici sleali”, tanto più che “i produttori europei non possono offrire pagamenti differiti in base alle norme Ocse”.

Secondo Vestager, la Cina è arrivata a dominare l’industria dei pannelli solari “in primo luogo attraendo investimenti esteri nel suo ampio mercato interno, in secondo luogo acquisendo la tecnologia, e non sempre in modo corretto, e in terzo luogo concedendo massicci sussidi ai fornitori nazionali, chiudendo contemporaneamente e progressivamente il mercato interno alle imprese straniere; infine, esportando la capacità in eccesso verso il resto del mondo a prezzi bassi”.

La vice-presidente della Commissione ha sottolineato l’importanza delle indagini anti-sovvenzioni avviate nei confronti della Cina. Tuttavia, ha aggiunto, “abbiamo bisogno di qualcosa di più di un approccio caso per caso, abbiamo bisogno di un approccio sistematico, e ne abbiamo bisogno prima che sia troppo tardi: non possiamo permetterci che quello che è successo con i pannelli solari accada ai veicoli elettrici, all’energia eolica o ai chip”.

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