Focus su tempi, provvedimenti e modalità indicati dai ministri Mite, Mise, Mims, Mipaaf e PA

Energia e ambiente, le linee programmatiche del Governo Draghi

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Semplificazioni, riforme, piani e investimenti. Le linee guida dei ministeri del Governo Draghi sull’energia appaiono molto ambiziose nonostante il tempo a disposizione non sia lunghissimo. In questi mesi l’attività dei ministeri dovrà correre in parallelo al Piano di ripresa e resilienza (Pnrr). L’Unione europea attende le riforme promesse dall’Italia e ciò potrebbe dare un impulso significativo all’azione riformatrice.

Le linee programmatiche del ministero della Transizione ecologica, guidato da Roberto Cingolani, erano fra le più attese. Sia perché si tratta di una nuova istituzione sia perché è uno dei ministeri che gestirà una quota consistente dei fondi europei del dispositivo Next Gen EU.

Nella sua audizione in Parlamento Cingolani ha toccato vari aspetti. Dal punto di vista del merito ha ipotizzato che possa esserci un confronto settimanale fisso fra il Mite, nella figura delle sottosegretarie Gava e Fontana, e le commissioni competenti. Un appuntamento che sarebbe aggiuntivo rispetto ai question time o altre occasioni già previste. Dal punto di vista del merito, il ministro si è espresso in favore di un’azione a stretto giro su revisione del meccanismo delle aste per le rinnovabili, semplificazione del sistema di permitting, aggiornamento del Pniec, pubblicazione del decreto Fer2 ed estensione del Fer1, superamento della tutela con albo venditori, capacity market, resilienza del sistema elettrico, passaggio dall’idrogeno blu a quello verde, sussidi ambientalmente dannosi, Superbonus ed elettrificazione della mobilità.

Cingolani – confrontandosi con le commissioni Industria, Attività produttive, Bilancio e Ambiente di entrambi i rami – ha più volte richiamato la necessità di “una transizione burocratica” da affiancare a quella ecologica. Durante il suo mandato, oltre al Pnrr, si è impegnato a lavorare sull’aggiornamento del Pniec, sull’organizzazione interna del nuovo ministero e sullo sviluppo di nuove filiere che aiutino la ripresa del sistema.

Su quest’ultimo punto si è soffermato anche Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, che è apparso molto critico verso le scelte del passato in ambito di politica industriale. Ha espresso il suo disappunto sulle relazioni instaurate – sia a livello nazionale che comunitario – con la Cina, prospettando la possibilità di estendere il Golden power a filiere come l’automotive e la siderurgia. Per il futuro Giorgetti ritiene indispensabile “partecipare attivamente alla discussione avviata per la revisione in materia di aiuti di Stato”.

La partecipazione – attraverso associazioni ambientaliste, sindacati oppure esperti – è uno dei punti su cui si è focalizzato Enrico Giovannini, a capo del ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili (Mims, ex Mit). Fra le priorità, il ministro ha indicato gli investimenti nell’edilizia sociale agevolata per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica. Un altro ambito d’azione sarà costituito dallo sviluppo di sistemi integrati di trasporto per una mobilità sostenibile con il “rinnovo in senso ecologico delle flotte per il trasporto su terra e via mare”, “l’ammodernamento dei porti, anche in un’ottica di transizione ecologica” e “il rafforzamento delle infrastrutture idriche primarie”.

Il Mipaaf, che adesso risponde a Stefano Patuanelli, si è impegnato sul miglioramento della produzione di energia rinnovabile in ambito forestale e agricolo, sullo sviluppo del biometano, sulla valorizzazione delle biomasse da filiera corta e sulla digitalizzazione e innovazione nelle aree rurali. Ciò che però ha attirato l’attenzione del suo intervento è stata la “freddezza” sulle varie possibilità per il fotovoltaico in agricoltura. In sede di audizione, Patuanelli aveva chiesto di concentrarsi su tecnologie che consentono di “non sottrarre terreno alla produzione food e feed”. Il concetto è stato poi esposto più nettamente in un’altra occasione. “Credo che si debba abbandonare il percorso del fotovoltaico a terra che incide troppo sulla produzione agricola”, ha detto, rallentando anche sugli impianti sospesi poiché si tratta di “una tecnologia ancora molto onerosa e che bisogna sviluppare”.

Per favorire tutte queste azioni sarà necessario un importante contributo del ministero della Pubblica amministrazione. Il ministro Renato Brunetta si è impegnato a lavorare sulle semplificazioni d’interesse per il settore energetico-ambientale, fra cui un’accelerazione della valutazione di impatto ambientale per i progetti del Pnrr e del Pniec, oltre a modifiche della disciplina edilizia che agevolino l’utilizzo del Superbonus. Un primo pacchetto di semplificazioni, da presentare sotto forma di decreto legge, era stato promesso già per il mese di aprile. La scadenza è stata poi rivista anche alla luce di quanto indicato nel Pnrr. Le commissioni parlamentari competenti, però, hanno inviato una lettera al Governo per chiedere che le semplificazioni su energia e ambiente non ricadano in “interventi trasversali” ma che si punti su “iniziative legislative di settore” che coinvolgano Camera e Senato. 

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