Lo schema di decreto Mise e la delibera Arera sulle tutele graduali. I rilievi di Autorità e Antitrust. Al via dal 1° gennaio 2021

Fine tutela, si delinea il percorso per le Pmi

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Va definendosi, seppure in extremis, il percorso che dovrà portare al superamento del servizio di maggior tutela delle circa 200 mila piccole imprese italiane.

In base al Milleproroghe, la scadenza è ormai imminente: il 1° gennaio 2021. Lo schema di decreto Mise che definisce le “prime modalità per favorire l’ingresso consapevole dei clienti finali nel mercato libero dell’energia elettrica” è stato inviato al Parlamento, dando tempo alle commissioni Industria e Attività produttive di Senato e Camera di esprimere il proprio parere entro il 22 dicembre.

Il provvedimento disciplina sostanzialmente tre ambiti: le campagne informative istituzionali; le iniziative ad hoc per le piccole imprese e i criteri per il passaggio al libero di chi non avesse effettuato la scelta autonomamente; il rafforzamento dei progetti a vantaggio dei consumatori a carico del fondo alimentato dalle sanzioni Arera e Antitrust.

Campagne informative e monitoraggio

Le campagne di comunicazione riguarderanno non solo le imprese ma anche i domestici e saranno effettuate in coordinamento con Arera e in collaborazione con le organizzazioni di categoria e le associazioni dei consumatori.

Entro il 31 gennaio 2021 Gse ed Enea dovranno inoltre organizzare campagne specifiche per la promozione del ruolo attivo dei consumatori nella transizione energetica, sulla base di quanto stabilito dal D.Lgs 4 luglio 2020 n. 73, che stanzia 400 mila € annui per le diagnosi energetiche e fino a 3 mln € annui dal 2021 al 2030 per il programma nazionale di formazione e informazione sull’efficienza energetica.

Arera si occuperà invece di campagne informative ad hoc per le piccole imprese. Dal 1° gennaio 2021 e fino al 31 dicembre 2022 l’Autorità dovrà inoltre predisporre un rapporto semestrale per monitorare l’efficacia delle azioni introdotte per promuovere il passaggio al libero, anche nell’ottica della scadenza del 1° gennaio 2022 per i domestici.

Le indicazioni per le aste

Venendo alle modalità di passaggio per chi non ha operato la scelta del fornitore, il decreto si rifà ovviamente a quanto stabilito dal Dco Arera sulle tutele graduali (ormai divenuto delibera, con qualche piccola modifica rispetto al testo posto in consultazione). Il provvedimento formula però indirizzi ministeriali riguardo alla “necessità di garantire concorrenza e pluralità di fornitori”. In particolare, le aree in cui sono articolate le aste svolte da AU devono essere individuate per consentire “la più ampia partecipazione degli operatori”, con “un equilibrato livello di rischio connesso alla morosità dei clienti” e con una “quota di mercato massima assegnabile ad un singolo operatore” da applicare “sull’intero territorio nazionale”. La durata del servizio non deve essere superiore a 3 anni.

Al fine di agevolare la più ampia partecipazione alle aste, l’Arera deve inoltre adottare meccanismi di reintegro della morosità che non gravino sui clienti domestici.

Entro 30 giorni dalla chiusura delle aste l’Autorità dovrà trasmettere al Mise e alle commissioni parlamentari un rapporto sull’esito delle procedure e sull’avvenuto superamento della fase provvisoria di sei mesi, durante la quale (in base alla delibera Arera) le piccole imprese che non scelgono resteranno con il fornitore storico ma con la formula delle offerte Placet.

Il parere dell’Arera e la delibera 491/2020

In allegato allo schema di decreto Mise sono riportati i pareri inviati da Arera e Antitrust.

L’Autorità per l’Energia condivide l’assetto generale del testo (anche perché “in linea con le attività già svolte e che sta attuando” il Regolatore), ma chiede modifiche relative in particolare alla necessità di individuare con chiarezza il coordinamento tra i soggetti incaricati di effettuare le campagne di comunicazione, di indicare le modalità di finanziamento, di limitare a “indirizzi di carattere generale” le indicazioni sulle modalità del servizio a tutele graduali (per non sconfinare nelle prerogative dell’Autorità), di “allineare” il tetto antitrust delle aste all’obiettivo di “favorire una pluralità di operatori” e di prevedere tempistiche adeguate per i monitoraggi affidati all’Arera.

Più nello specifico, l’Autorità chiede di eliminare l’indicazione “caratterizzate da un equilibrato livello di rischio connesso alla morosità dei clienti” per la definizione delle aree territoriali e di prevedere meccanismi incentivanti di reintegro della morosità solo qualora le caratteristiche dei clienti siano tali da “incidere notevolmente” sul rischio di recupero del credito.

Inoltre, il Regolatore propone di eliminare la durata massima di 3 anni del servizio e di “stabilire una soglia massima alle aree assegnabili a ciascun partecipante quantificata sulla base dei volumi totali di energia prelevata dai clienti”.

L’Arera chiede infine un termine di 120 giorni per il rapporto sull’esito delle aste e l’attuazione del servizio a tutele graduali.

Come detto, l’Autorità ha già approvato la delibera 491/2020 sulle tutele graduali, in base al mandato contenuto nell’art. 1 comma 60 della Legge concorrenza.

Secondo il provvedimento, nel periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2021 l’utenza sarà assegnata in modo transitorio al fornitore della maggiore tutela che già serve il cliente, con condizioni contrattuali coincidenti con quelle delle offerte Placet. Il prezzo sarà in questa prima fase analogo a quello del servizio di maggior tutela che, per la parte della spesa per la materia energia, continuerà a riflettere le variazioni del prezzo dell’energia elettrica nel mercato all’ingrosso ma sarà basato sui valori consuntivi del Pun. Tutte le altre componenti della bolletta continueranno a essere stabilite dall’Autorità.

Dopo il 1° luglio 2021, invece, ci sarà un’assegnazione a regime e il servizio a tutele graduali sarà erogato dagli esercenti selezionati attraverso specifiche procedure concorsuali (ripetute dopo tre anni) a livello di aree territoriali, con le condizioni contrattuali delle offerte Placet.

La configurazione delle aree territoriali viene rivista rispetto al Dco 220/2020. Stabilito il tetto massimo in relazione alle aree aggiudicabili da un singolo operatore pari a 50% dei volumi totali di tutte le aree, incluse quelle del centro-sud. Gli esercenti potranno avvalersi solamente di una società del gruppo. Al valore delle offerte formulate in sede di gara già al primo turno sarà applicato non solo un cap differenziato per area territoriale ma anche un limite minimo (floor) rivelato preventivamente alle gare così da evitare che l’incertezza su tale soglia possa indurre i partecipanti ad aumentare il valore dell’offerta formulata per scongiurare il rischio di essere esclusi dalla gara.

Riguardo alle tempistiche delle aste, entro il 22 gennaio 2021 AU pubblicherà il Regolamento di gara ed entro il 31 maggio saranno pubblicati gli esiti, per arrivare entro il 1° luglio 2021 a completare il trasferimento dei punti di prelievo agli esercenti selezionati.

Il parere Antitrust

Anche l’Agcm ha espresso “apprezzamento” per i contenuti generali del decreto Mise ma con alcune osservazioni.

Innanzitutto la necessità di precisare meglio le campagne informative. Poi l’opportunità che lo strumento delle tutele graduali sia “temporaneo” e che assicuri “una effettiva transizione al mercato” garantendo al contempo “la concorrenza e la pluralità di offerte”.

Il Garante vuole soprattutto scongiurare che il servizio “rafforzi atteggiamenti di inerzia e resistenza alla ricerca attiva di della migliore offerta” da parte del cliente. E chiede quindi di attivare alla scadenza del periodo triennale una “informativa specifica” sulle migliori offerte presenti sul mercato.

Riguardo alle aste, l’Agcm sottolinea la necessità di evitare “una eccessiva omogeneità su base territoriale” dei lotti e chiede che il tetto venga posto al massimo “al 35% dei lotti messi a gara”. Come detto, nella delibera 491/2020 l’Arera ha stabilito un limite pari al 50% riferito però ai volumi totali di tutte le aree.

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