Una dotazione di 30,6 mld euro destinata a investimenti che per questioni di bilancio o di compatibilità con le linee guida Ue non sono stati inseriti nel Piano consegnato a Bruxelles

Fondo complementare Pnrr: cosa c’è per l’energia e come funzionerà

Share

Efficientamento energetico, cold ironing, Transizione 4.0, rinnovo delle flotte di bus, treni e navi. Sono varie le misure d’interesse per il settore energetico-ambientale contenute nel decreto legge n. 59 del 6 maggio 2021 sul Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il DL, che ha iniziato il suo iter di conversione dal Senato, racchiude i cosiddetti progetti “extra” Pnrr. Ovvero quelli investimenti che per questioni di bilancio o di compatibilità con le linee guida Ue non sono stati inseriti nel Piano consegnato a Bruxelles.

È, in sintesi, un Fondo parallelo nazionale. “Ci sono 30 mld € in un Fondo di accompagnamento dove vanno investimenti e progetti che, secondo le linee guida della Commissione, non potranno stare nel Piano ma verranno spesi con la stessa velocità. È un canale di serie A come il Piano, non di serie B, senza ritardi”, ha detto Mario Draghi presentandolo mesi fa insieme al Documento di economia e finanza (Def). Il Fondo, essendo “parallelo”, avrà risorse da distribuire dal 2021 al 2026 proprio come il Piano principale. Quest’anno sono stati messi a bilancio circa 3 mld di euro, mentre le risorse maggiori si concentreranno nel triennio 2022-2023-2024 (18,9 mld €) e il percorso si chiuderà con 5,4 mld € nel 2025 e 3,2 mld € nel 2026.

La dotazione complessiva del Fondo, ripartita fra ministeri e Presidenza del Consiglio, è di 30,6 mld €. Il Pnrr definitivo, invece, prevede investimenti pari a 191,5 mld €, tra sovvenzioni (68,9 mld €) e prestiti (122,6 mld €) finanziati tramite il dispositivo europeo per la ripresa post Covid-19.

Oltre all’aspetto economico, però, il DL specifica che agli interventi ricompresi nel Fondo si applicano “le medesime procedure di semplificazione e accelerazione, trasparenza e conoscibilità dello stato di avanzamento” del Pnrr. Il monitoraggio sarà definito con decreto del ministero dell’Economia da adottare entro 30 giorni dall’emanazione del DL. Saranno individuati gli obiettivi iniziali, intermedi (milestone) e finali (target) che dovranno essere coerenti con il cronoprogramma del Pnrr.

La Presidenza del Consiglio gestirà 1,7 mld €. Il Mef ne avrà altrettanti per occuparsi delle aree colpite dai terremoti del 2009 e del 2016. Quasi un terzo del Fondo sarà nelle mani di Enrico Giovannini, attualmente alla guida del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Fra i progetti vi sono 600 mln € per il rinnovo delle flotte dei bus (2022-2026) e 800 mln € per le navi (2021-2026), oltre a vari progetti per ferrovie e treni. Il Mims dovrà inoltre realizzare progetti per lo “sviluppo dell’accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici” (1,4 mld €), efficientamento energetico (50 mln €), elettrificazione delle banchine (Cold ironing) con 700 mln € dal 2021 al 2026.

La voce “sicuro, verde e sociale: riqualificazione edilizia residenziale pubblica” disporrà di 2 mld €. Il ministero dell’Interno sarà incaricato dei “Piani urbani integrati”, mentre Transizione 4.0 (5 mld €) e accordi di innovazione ricadono nelle competenze dello Sviluppo economico (Mise).

Un capitolo consistente del Fondo è rappresentato dal Superbonus, a cui sono destinati 4,5 mld € a partire dal 2023. Il 110% è prorogato al 30 giugno 2023 per gli Istituti autonomi case popolari (Iacp). La norma prevede inoltre che per gli interventi effettuati dai condomini la detrazione spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 indipendentemente dallo stato di avanzamento dei lavori.

Il decreto contiene anche un passaggio sulla possibile proroga generalizzata del Superbonus che, nonostante gli impegni del Governo per il prossimo Ddl Bilancio, non appare scontata ma legata a monitoraggio, risorse, impatto e ovviamente rimandata a “successivi provvedimenti legislativi”. Sul tema si è espressa nei giorni scorsi anche la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, assicurando “che la formulazione della norma non pone alcuna condizione, bensì individua una possibile riserva di copertura, specificamente vincolata, per una eventuale decisione futura del Parlamento relativa alla proroga della misura”.

 

Articoli correlati

Politica energetica

Tap: la politica del tifo

Che valore sta assumendo la transizione energetica? Come la strumentalizzazione mediatica influenza questo processo. Un articolo di Michele Governatori.

Scopri di più

Politica energetica

Transizione energetica, ma come e quando?

La transizione energetica, tema centrale dell'European Energy Workshop di Axpo, tenutosi a Madrid.

Scopri di più

Politica energetica

Il rilancio degli investimenti esteri e lo sviluppo del mercato energetico

Il gruppo Axpo, che da anni investe nello sviluppo sul territorio italiano, si posiziona in controtendenza rispetto ai dati dell’Aibe index.

Scopri di più

Politica energetica

European Energy Workshop 2017: dove va il mercato europeo?

European Energy Workshop 2017: nuovi scenari delineati durante l'evento internazionale di Amsterdam promosso da Axpo.

Scopri di più