Autoproduzione e condivisione di energia pulita alla conquista di imprese, cittadini e pubblica amministrazione

Zoom sulle comunità energetiche, ecco chi può farne parte e come si attivano

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Il 24 gennaio è entrato in vigore il decreto che “stimola la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia”. Il testo prevede due diversi benefici cumulabili tra loro: un “contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal PNRR e indirizzato alle comunità i cui impianti sono realizzati nei comuni sotto i 5000 abitanti, che andrà a supportare lo sviluppo di due gigawatt complessivi, e una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa per tutto il territorio nazionale”. Sul sito del GSE (Gestore Servizi Energetici) sono disponibili documenti e guide informative per supportare e accompagnare gli utenti nella costituzione delle CER.

Vale la pena di ricordare che una CER è “un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità”. La CER permette di condividere l’energia elettrica rinnovabile tra diversi soggetti produttori e consumatori, collocati all’interno di uno stesso perimetro geografico, tramite l’impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica, che rende possibile la condivisione virtuale di questa energia.

Tra i passaggi principali per istituire una CER figura la selezione delle aree in cui realizzare gli impianti da fonti rinnovabili e gli utenti con cui associarsi e condividere l’energia elettrica. Inoltre, la CER deve essere costituita legalmente (ad esempio, come associazione, ente del terzo settore, cooperativa, consorzio…), dotandosi di un atto costitutivo e di uno statuto. Bisogna poi notare che l’adesione di un consumatore di energia o di un produttore di energia rinnovabile può “avvenire nella fase di una costituzione legale della CER” oppure “in una fase successiva”.

Un importante aiuto per informarsi opportunamente sulle CER e per riuscire a formarle viene dal “Gruppo di lavoro sullo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili” istituito in ASSISTAL, Associazione imprenditoriale di categoria, aderente a Confindustria, che rappresenta “le imprese specializzate nella progettazione, fornitura, installazione, gestione e manutenzione di impianti tecnologici, fornitura di Servizi di Efficienza Energetica (ESCo) e Facility Management”, come si può leggere su “Build News.it

Spiega Roberto Rossi, Presidente di Assistal, che “l’intento del Gruppo di Lavoro è quello di affiancare le imprese e sostenerle fin dall’atto costitutivo della Comunità Energetica e di elaborare proposte e osservazioni da sottoporre agli Enti Regolatori, affinché lo sviluppo delle CER sia all’insegna della semplificazione normativa e della rapidità di attuazione”.  Dunque, ciò che il Gruppo si propone di fare è agevolare la nascita e lo sviluppo delle CER sul territorio nazionale, valorizzando la collaborazione delle imprese associate e l’interlocuzione con le Istituzioni del territorio (Comuni e Regioni) e con gli Enti regolatori, oltre ad adoperarsi per la definizione di accordi quadro e collaborazioni con i produttori di tecnologie, in modo da generare condizioni di acquisto vantaggiose per le imprese associate.

Intanto sono già nate diverse iniziative sul territorio in cui imprese, cittadini e comuni possono prendere parte a forme di autoproduzione di energia. Il portale “Rinnovabili.it” menziona, ad esempio, “La Comunità Collinare del Friuli” che, attraverso il progetto RECOCER, ha già pianificato e parzialmente realizzato “oltre 40 impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici dei suoi 15 comuni”, in modo da dar vita a una configurazione di autoconsumo virtuale su un vasto territorio.

Un’altra interessante iniziativa è stata lanciata dalla Provincia di Lecco. Infatti, con la presentazione del progetto “Energia per la Comunità” che abbraccia l’intero territorio di competenza dell’amministrazione lecchese, è stata istituita la prima CER provinciale in PPP, ossia da eseguire in partenariato pubblico privato. L’ente provinciale farà da aggregatore per tutti i soggetti che vorranno partecipare. I benefici risultati saranno “distribuiti tra produttori e consumatori riservando però una parte delle entrate ad un Fondo contro la povertà energetica realizzato ad hoc”. Inoltre, i comuni con meno di 5mila abitanti che vorranno partecipare al progetto avranno la possibilità di beneficiare del contributo a fondo perduto previsto dal PNRR. 

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