Nonostante l’indebolimento del Superbonus 110%, permangono importanti incentivi uguali o superiori al 50%

Bonus edilizia 2024, le principali novità sulle detrazioni

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La riqualificazione del patrimonio edilizio resta una priorità nella strategia europea di decarbonizzazione, in modo da raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), che dovrebbe diventare il punto di riferimento in questo processo, sta proseguendo il proprio iter di approvazione prima dell’adozione definitiva da parte dei Paesi membri dell’Unione Europea.

Guardando al mercato italiano, la ristrutturazione degli edifici prevede una serie di agevolazioni fiscali associate a specifici interventi. Una delle più conosciute negli ultimi anni è il Super Ecobonus 110%.  In base ai dati ENEA, al 31 dicembre 2023, gli interventi di efficientamento energetico agevolati con il Superbonus 110% hanno interessato 461.433 edifici, per un totale di 102,68 miliardi di euro di investimenti ammessi in detrazione e una percentuale di lavori completati pari all’88,7%. Tale misura non è stata però prorogata oltre il 31 dicembre, mentre è stata invece rimodulata “con percentuali decrescenti per il 2024 e 2025 rispettivamente al 70% e 65% come scrive Samuele Carboni su “Ingenio”, specificando che “per tutti coloro che si trovano ad avere iniziato i lavori e non aver terminato le opere al 31 dicembre, tutto quello che risulterà asseverato entro la scadenza, verrà riconosciuto con le percentuali iniziali, ovvero 110% o 90% a seconda dell’inizio dell’intervento”. Per le opere restanti, invece, è previsto un esborso da parte dei proprietari pari al “30% dell’importo delle opere compiute oltre la fine dell’anno 2023”.

Per quanto riguarda invece chi si trova nella posizione di dover iniziare degli interventi di riqualificazione, il Superbonus, come anticipato, vede l’aliquota delle detrazioni fiscali scendere al 70% per “tutti gli interventi su edifici plurifamiliari o assimilabili”. Tra i principali rientrano gli interventi “di isolamento termico delle superfici opache, orizzontali o inclinate che interessano la superficie disperdente dell’edificio con incidenza superiore al 25%”, ma anche quelli dedicati all’installazione di impianti solari fotovoltaici e di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Senza scordare gli interventi antisismici e quelli che riguardano l’eliminazione delle barriere architettoniche fino alla “sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti”.

Altre agevolazioni sono disponibili per le ristrutturazioni edilizie (Bonus Casa) e per il risparmio energetico (Ecobonus) che la Legge di Bilancio 2022 (legge n.234/2021) per il triennio 2022-2024 ha prorogato al 31 dicembre 2024. Per l’Ecobonus, in particolare, vi sono fasce differenti per le aliquote di detrazione. Gli incentivi sono pari al 50%, ad esempio, per “l’acquisto e la posa in opera di finestre comprensive di infissi e di schermature solari”, mentre salgono al 65% per “gli interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con generatori d’aria calda a condensazione”, così come per “gli interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore”. L’aliquota può salire fino all’85% nel caso di interventi su parti comuni dei condomini. Più precisamente, nel caso di coibentazione dell’involucro di un edificio con superficie interessata superiore al 25% di quella disperdente e una riduzione di 2 o più classi di rischio sismico. Analizzando invece il Bonus Casa, vale la pena di menzionare l’incentivo al 50% per interventi come “l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo” e “di sistemi di termoregolazione e building automation”, oltre alla “sostituzione di generatori con generatori di calore ad aria a condensazione ed eventuale adeguamento dell’impianto”, come si può leggere su “Lavori Pubblici.it”. Per i dettagli sulle varie agevolazioni, si rimanda al sito dell’ENEA. 

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